La dieta influisce veramente sull’ inestetismo della cellulite?

Prove a confronto con la termografia a contatto.

Per considerare quanto una dieta possa dare risultati evidenti sull’inestetismo della cellulite partirò dall’ipoderma.

 L’ipoderma

L’Ipoderma è lo strato più profondo del nostro tessuto cutaneo che si trova esattamente sotto il derma. L’ipoderma è ricco di adipociti intrecciati con tralci di tessuto connettivo. E’ composto da fibre collagene che sostengono la pelle come un ponte sostiene una strada. Un ipoderma particolarmente ricco di adipociti viene definito pannicolo adiposo sottocutaneo. Il grasso si accumula sotto forma di riserva nella parte superficiale dell’ipoderma organizzandosi in gruppi . 

A causa dell’edema (troppa acqua e tossine accumulate nella matrice extra cellulare) le fibre di collagene, che facevano da ponte alla pelle, si sclerotizzano, (si induriscono) inglobano le cellule adipose e tirano il derma formando la pelle a buccia d’arancia tipica dell’inestetismo della cellulite.  Riguardo all’adipe, infatti, avrai notato che alla manipolazione non tutto il grasso è uguale; incontriamo del grasso che permette facilmente di raggiungere gli strati sottostanti, come ad esempio il muscolo, e del grasso meno malleabile che respinge la mano impedendo l’accesso ai piani sottostanti. 

 

La differenza non è dovuta al tipo di grasso ma alla proporzione e densità della fascia di collagene che circonda e ingabbia gli adipociti. (di colore celeste nella foto)

 

Il collagene          

Che cosa avviene nel processo di formazione della cellulite?

Il protagonista principale della formazione della cellulite è il collagene. Si tratta di una proteina facente parte del tessuto connettivo propriamente detto. Viene prodotta dal fibroblasto in fase attiva e giovane. Quando il fibroblasto invecchia, si appiattisce e si allunga diminuendo la sua attività, in questa fase prende il nome di fibrocita. Il collagene è formato da catene proteiche di tropocollagene  disposte a elica che si organizzano formando microfibrille, le quali tutte insieme formano fasci di fibrille, tanti fasci di fibrille formano la fibra di collagene finale. Il collagene, a seconda del tipo di proteina che lo forma, è diviso in tanti tipi; i più diffusi sono il collagene di tipo I,II,III e IV. 

Il collagene è il principale protagonista della cellulite.

La pelle con i tipici buchi a buccia d’arancia (come abbiamo detto prima) è data proprio dall’indurimento delle fibre di collagene che tirano il derma verso il basso. 

Riepilogando: il collagene con i suoi filamenti fa da sostegno a tutte le cellule della Matrice Extra Cellulare. Nell’ipoderma contiene gli adipociti e li sostiene in gruppi con i suoi filamenti morbidi e voluminosi e nello stesso momento sostiene la pelle rendendola turgida e compatta. Quando il collagene si degrada, là dove lo strato adiposo è sottile, compaiono le rughe, come nel viso. Dove lo strato adiposo diventa un vero e proprio pannicolo, il pannicolo perde il proprio sostegno e scende verso valle seguendo la forza di gravità. L’aspetto del corpo cambia e sembra cadere tutto verso il basso; i pannicoli adiposi cominciano a muoversi come un ammasso di gelatina. Questo avviene con gli anni e comunque dopo i 50 anni e anche più. Quando invece a livello del pannicolo adiposo si accumula il liquido interstiziale formando un un edema, il liquido interstiziale si riempie sempre più di scarti cellulari fino al punto che la cellula adiposa non ha più spazio per espellerli e li trattiene. Diventa ipertrofica (ingrossa) e comprime il capillare sanguigno che la nutre. Questa situazione porta un indebolimento del capillare sanguigno, il quale al minimo tocco si rompe. Per evitare che il capillare compresso si deteriori e fuoriesca ancora più liquido, l’organismo inizia a difendersi e le fibre di collagene, che circondano la cellula adiposa e sono ancorate alla pelle, si induriscono (sclerotizzano). A questo punto il plasma spinto dalla rete capillare deve passare attraverso tutte queste sostanze ingarbugliate e fitte per ricevere altro nutrimento e molecole messaggere indirizzate alla cellula bersaglio, la cellula adiposa. Più le maglie delle fibre sono dense e più difficile diviene il compito del nutrimento cellulare. Le cellule adipose interessate in questo processo rallenteranno il loro metabolismo. Queste cellule entrano in sofferenza (pannicolopatia) e non soltanto non riescono più a dimagrire, ma creano una nuova infiammazione di basso grado, che richiamerà nuova acqua nel tessuto e farà ripartire lo stesso meccanismo provocando la sclerotizzazione di altre fibre e inglobando nuovi gruppi di cellule. A livello estetico vedi la pelle a buccia d’arancia che avrà sempre più buchi ma a livello fisiologico abbiamo un problema: il metabolismo degli adipociti è inibito e a quel punto faranno fatica a dimagrire. 

Le conseguenze sull’efficacia della dieta

L’alimentazione è fondamentale per evitare la formazione dell’edema e per ridurre le cellule adipose quando non sono coinvolte nel processo della cellulite. All’instaurarsi del processo della cellulite la dieta non risolve l’inestetismo. In primis perché la dieta non incide sul collagene sclerotizzato, quindi i buchi restano ben presenti. Inoltre il pannicolo ingabbiato nel collagene dimagrirà più lentamente rispetto a quello libero, per cui il dimagrimento non sarà omogeneo. Per ottenere un buon risultato è importante liberare gli adipociti dal collagene sclerotizzato per ripristinarne il normale metabolismo.

Con la tecnica manuale Celluleasy interveniamo proprio sul collagene liberando le cellule adipose che riattivano il metabolismo, riducendosi anche senza dieta come abbiamo dimostrato piĂą volte nelle sperimentazioni. Vedi il libro CELLULEASY Laltro-sguardo-sulla-cellulite Se alla tecnica abbiniamo una dieta sana ed equilibrata vedremo che il pannicolo si ridurrĂ  molto piĂą velocemente con effettiva riduzione della massa grassa.

Ecco alcuni esempi di lavoro

Abbiamo trattato manualmente con la tecnica celluleasy alcune clienti per tre settimane abbinando una dieta equilibrata di tipo mediterranea low carb.

Prendiamo come esempio M.C. 46 anni.

 M. C. altezza 150 cm per un peso di 59 kg. Presenta la classica costituzione con spalle piccole, vita sottile, fianchi larghi, cosce e braccia piuttosto robuste, interessate da cellulite fibrosa dura. M.C. Riferisce che con l’ausilio della sola dieta dimagrisce molto nel punto vita, pochissimo sui fianchi e nelle braccia, non riesce a dimagrire intorno al ginocchio.                  Questi sono i dati alla prima seduta e dopo 21 giorni di dieta mediterranea low carb e 7 sedute con la tecnica celluleasy che ha liberato il tessuto adiposo dalla compressione del collagene. 

petto 91 cm                        86cm

punto vita 87cm                 80cm 

fianchi 100cm                     93cm

braccia 34cm                      29,2cm

ginocchio 44 cm                 41 cm 

peso 59kg                           53 kg

Puoi vedere che MC è riuscita a perdere cm anche nelle zone più critiche.

Esempi con risultati visibili attraverso  la prova a confronto conle Termografia a Contatto

Ho scellto la lastra termografica perchè mi permette di avere un riscontro oggettivo con un metodo assolutamente non invasivo e facilmente comprensibile anche dalla cliente. 

C.P. 43 anni altezza 170cm per un peso di 60kg 

Costituzione regolare ma con accumulo di adipe indurito nella parte bassa dell’addome. Con l’ausilio della sola dieta perde peso agli arti superiori e inferiori ma non riesce a perdere la classica pancetta sporgente nel basso ventre. Dopo la dieta mediterranea low carb di 21 giorni e 7 sedute con celluleasy C.P. ha perso 4 kg di peso e soprattutto ha ridotto visibilmente la circonferenza addominale.Il grasso indurito fa molta fatica a dimagrire se non viene prima trattato manualmente. 

L’aspetto più interessante viene evidenziato dalla lastra termografica attraverso le sfumature di colore.

Esempi con risultati visibili attraverso le lastre termografiche.

Ho scellto la lastra termografica perchè mi permette di avere un riscontro oggettivo con un metodo assolutamente non invasivo e facilmente comprensibile anche dalla cliente. 

C.P. 43 anni altezza 170cm per un peso di 60kg 

Costituzione regolare ma con accumulo di adipe indurito nella parte bassa dell’addome. Con l’ausilio della sola dieta perde peso agli arti superiori e inferiori ma non riesce a perdere la classica pancetta sporgente nel basso ventre.

Dopo la dieta mediterranea low carb di 21 giorni e 7 sedute con celluleasy C.P. ha perso 4 kg di peso e soprattutto ha ridotto visibilmente la circonferenza addominale.

Il grasso indurito fa molta fatica a dimagrire se non viene prima trattato manualmente. 

L’aspetto più interessante viene evidenziato dalla lastra termografica attraverso le sfumature di colore. Puoi notare infatti il cambiamento del tessuto adiposo nella porzione inferiore dell’ addome. Le sfumature marrone scuro evidenziano presenza di grasso indurito e vecchio. Dopo 7 sedute le sfumature marroni sono scomparse.  

 

M.V. altezza 175cm  peso 65kg

Riferisce di far fatica a dimagrire negli arti inferiori mentre il dimagrimento si accentua nel busto. Dopo 7 sedute di celluleasy in contemporanea a 21 giorni di dieta mediterranea low carb M.V. ha perso 5 kg di peso e ha raggiunto un risultato soddisfacente sugli arti inferiori.

Come possiamo vedere dalle diverse sfumature di colore delle lastre termografiche le zone fredde sono dimunuite in favore della riattivazione del microcircolo.

Conclusioni:

La dieta in assenza di un trattamento che liberi i gruppi di cellule ingabbiate nei tralci fibrosi di collagene sclerotizzato ( presenza di cellulite) non dà i benefici sperati.  L’inestetismo rimane e il dimagrimento non è omogeneo. Pertanto mi sento di avvallare l’ipotesi che la dieta possa agire sul grasso sano (non ingabbiato dal collagene) e in minima parte sulle zone interessate dalla cellulite. Per un risultato ottimale dobbiamo sempre abbinare una tecnica che agisca veramente sulle fibre di collagene sclerotizzate responsabili del lento metabolismo degli adipociti. 

Parleremo di tutto questo Lunedì 26 luglio 2021 alle ore 21.00 nella diretta con la dott.ssa Biologna Nutrizionista Ombretta Velotti sul nuovo gruppo facebook ESTETICA SISTEMICA 

 Iscriviti subito sei invitata alla diretta!

 

 

Intestino e cervello, grasso viscerale e sottocutaneo.

In questo articolo vorrei porre l’accento sull’importanza del trattamento dell’intestino più che sull’organo adiposo. Siamo abituati a pensare all’intestino come a un organo che trasforma il cibo in energia e questo è vero, ma l’intestino è molto di più che un trasformatore di energia, l’intestino è un vero e proprio informatore.

Chi è il destinatario e quali informazioni partono dall’intestino?

L’intestino informa il cervello su tutto quello che abbiamo appena mangiato, gli ormoni che circolano nel nostro sangue. Il continuo contatto con le cellule immunitarie e con i batteri intestinali lo rende estremamente aggiornato. Inoltre l’intestino è l’organo sensoriale più grande del corpo, più grande anche della pelle. L’intestino percepisce la vita interna dell’organismo che pulsa e comunica attraverso il nervo vago con il cervello che è invece l’organo più protetto e isolato che abbiamo. Il nervo vago funziona come un centralino collegato al cervello che trasmette tutte le informazioni che arrivano dall’intestino. Il nervo vago costituisce il più importante e rapido collegamento tra cervello e intestino. Quando siamo ansiosi o tesi c’è chi lamenta di avvertire dolore alla pancia, chi ha continue scariche di diarrea, chi diventa stitico. Potremmo pensare che il cervello influenzi le capacità digestive dell’intestino. Questo è vero ma in parte. In realtà è vero anche che l’ intestino è capace di influenzare il nostro stato d’animo. Infatti è stato scoperto che le comunicazioni tra cervello e intestino avvengono per l’ottanta per cento in direzione intestino-cervello e solo per il venti per cento in direzione cervello-intestino

Vediamo quali sono le aree del cervello che ricevono i segnali dall’intestino e perchĂ© è così importante questa comunicazione.

Le aree del cervello che ricevono i segnali dell’intestino, attraverso il nervo vago sono: insula, sistema limbico, corteccia prefrontale, amigdala, ippocampo e corteccia cingolata anteriore. Queste sono le aree corrispondenti alle funzioni di senso del sè, elaborazione dei sentimenti, etica, paura, memoria e motivazione. Ecco come l’intestino influisce sul nostro umore. A livello inconscio influisce anche sulla memoria, sulla concentrazione, sulla fiducia e di conseguenza anche sull’ autostima. Intestino, cervello e stress.

Stress- cervello -intestino

Sembra che intestino e cervello si aiutino a vicenda nella gestione dello stress. Quando abbiamo un grosso problema tipo fretta o rabbia, il nostro cervello ha bisogno di energia, che prende in prestito principalmente dall’intestino. L’intestino risparmia dunque energia nella digestione, produce meno muco e riduce la propria irrorazione sanguigna. Nelle fasi di stress il cervello quindi prende in prestito troppa energia. In condizioni di emergenza è stato dimostrato che nell’intestino sopravvivono batteri diversi rispetto a quelli esistenti nei periodi di relax, inoltre un’irrorazione insufficiente e l’assottigliamento del mantello protettivo delle mucose indeboliscono le pareti intestinali; le cellule immunitarie emettono allora una quantità particolarmente elevata di molecole segnale che sensibilizzano sempre di più il cervello intestinale. Pasti frettolosi, litigi, notizie al TG. e qualsiasi tipo di stress attivano nervi che frenano la digestione; di conseguenza, non solo ricaviamo meno energia dal cibo, ma affatichiamo anche l’intestino.

La serotonina (l’ormone della felicità) viene prodotto per il 95% nelle cellule dell’intestino.

 

 

 

La digestione dei grassi

A livello propriamente digestivo è importante sapere che nell’intestino tenue, tramite il circolo linfatico, avviene l’assimilazione dei grassi. I trigliceridi emulsionati dalla bile e idrolizzati dall’enzima lipasi passano dal lume intestinale e subiscono nuove modifiche per avviarsi successivamente nei vasi chiliferi formando una sostanza lattiginosa chiamata chilo. I vasi latteali si fondono per formare vasi linfatici piĂą grandi che trasportano il chilo nel dotto toracico da dove viene riversato nel circolo sanguigno nella vena succlavia. Qui i grassi entrano nel circolo sanguigno, che li trasporterĂ  ai tessuti e, in particolare, gli acidi grassi rilasciati possono essere acquisiti dal tessuto adiposo sotto forma di trigliceridi. Un intestino tenue contratto farĂ  fatica a spingere il chilo verso la cisterna del Pecquet e verso il Terminus. Lo stesso percorso della linfa proveniente dagli arti inferiori. Pertanto un intestino costipato, rigido non aiuterĂ  il passaggio dei liquidi verso l’alto favorendo il formarsi dell’edema agli arti inferiori. L’ intestino sano sarĂ  quindi sicuramente un valido alleato contro gli inestetismi della cellulite e un intestino sano e ben nutrito aiuterĂ  sicuramente anche il nostro umore.

Il trattamento dell’intestino con la tecnica celluleasy®

La tecnica di massaggio celluleasy® dà molta importanza al trattamento dell’intestino, ne prevede infatti il massaggio classico come per le tecniche di massaggio estetico al fine di favorire la peristalsi intestinale e la conseguente disintossicazione.

Alla tecnica di massaggio classico, viene aggiunto il massaggio dell’intestino tenue. Lo scopo del massaggio infatti è quello di favorire il rilassamento della tonaca muscolare del sistema digestivo, favorire l’assorbimento dei grassi, influenzare la regressione del grasso viscerale, favorire la digestione proteica e glucidica e perchè no? Migliorare l’umore.

Dopo questa manovra le clienti riferiscono maggiore aderenza della regione lombare al lettino, senso di abbandono e rilassamento generale, forte attenuazione del gonfiore addominale, maggiore ampiezza di respirazione, senso di rilassamento e di pace. Il pannicolo adiposo addominale superficiale invece viene trattato con la stessa metodica del pannicolo adiposo degli arti inferiori. Tale manovra provoca iperemia (arrossamento) e sensazione di calore, il tessuto “granuloso” gradatamente diventa più morbido e uniforme. Le clienti riferiscono di percepire molto calore sull’ addome, un profondo senso di rilassamento e abbandono di tutta la zona che si irradia anche alle gambe.

Due metodi diagnostici di verifica: impedenziometria e lastre termografiche

Ho provato due metodiche diagnostiche diverse per verificare l’effettiva riduzione sia del grasso viscerale che il rimodellamento del grasso addominale. Ecco i risultati della sperimentazione sull’adiposità addominale. Per questa raccolta dati, mi sono avvalsa della collaborazione del Dott. Stefano Restani, medico chirurgo, specializzato in Dermatologia e Venereologia, esperto in Alimentazione, Omeopatia e Omotossicologia. Il Dottor Restani, ha raccolto i dati tramite un apparecchio di tecnologia biomedicale (Bioimpedenziometria quantitativa e qualitativa della composizione corporea) che misura l’analisi clinica della composizione corporea. I dati sono stati raccolti all’inizio della prima seduta e di nuovo alla nona seduta, ultima seduta prevista. Le volontarie non hanno cambiato stile di vita durante le 9 settimane di prova. Il fine era quello di valutare se tra la prima e la nona seduta si fossero verificati dei cambiamenti sul tessuto adiposo addominale (grasso viscerale). Questo strumento rileva la variazione sulla adiposità addominale per cm2. Volevo capire se il trattamento particolare dell’addome avesse un riscontro positivo sulla riduzione del grasso viscerale. Adiposità addominale per cm2 AAT 

 

In questa tabella vediamo, espressi in unità per cm2, i dati relativi all’adiposità addominale. I dati evidenziati in verde indicano una diminuzione quelli in rosso un aumento. Possiamo notare una diminuzione della adiposità addominale in quasi tutte le volontarie con punte importanti di 30,6 e 53,8 unità. Questo dato riferisce una diminuzione del tessuto adiposo addominale, avvalorando l’ipotesi che le manovre sull’intestino tenue e crasso agiscano veramente sull’assorbimento dei grassi!

Il grasso viscerale è diagnosticabile con strumenti complessi che richiedono l’aiuto di un medico o di una persona specializzata. Il grasso sottocutaneo invece è facilmente diagnosticabile con lastre termografiche. In classe le allieve hanno potuto fare i confronti durante i tre giorni di corso apprezzando i risultati fin da subito.

La lastra termografica evidenzia con i colori marrone chiaro e scuro la presenza di adipe morbido e duro nella zona addominale bassa. Rilevando il calore ci permette infatti di riconoscere esattamente lo spessore e la posizione dell’adipe. In questo modo possiamo decidere il trattamento più appropriato con estrema precisione, e siamo anche in grado di apprezzarne il risultato insieme alla cliente. E’ possibile confrontare infatti i vari step fotografando il risultato di volta in volta e mettendolo a confronto

In questo confronto possiamo vedere l’effettiva riduzione del pannicolo adiposo dopo 6 sedute con la tecnica celluleasy. Il dispositivo è semplice da usare e non è assolutamente invasivo.

I temi delle sperimentazioni sulla tecnica celluleasy e il capitolo dedicato all’intestino li troverai più approfonditi nel mio libro “CELLULEASY-l’altro sguardo sulla cellulite” in vendita in vendita su Amazon.

Fonti: Bottaccioli, Francesco. Psiconeuro Endocrino Immunologia – I fondamenti delle relazioni mente-corpo. Le basi razionali della medicina integrata. Red Edizioni, Milano 2005. Cagnoni, Matteo. Se la pelle parlasse. Tecniche Nuove Edizioni, Milano 2012. Adler, Yael. La pelle felice. Cos’è, cosa la nutre e perchĂ© ci dice chi siamo. Garzanti Edizioni, Milano 2016 Enders, giulia. L’intestino felice. Sonzogno Edizioni, Venezia 2015. 121